Il recente summit della COP28 ha messo in luce una discrepanza nell’approccio internazionale alla crisi climatica, in particolare per quanto riguarda i sistemi alimentari.
La decisione di offrire durante l’evento un menù composto per due terzi da cibo vegetale ai partecipanti è stata un simbolo dell’urgenza di cambiare le abitudini alimentari e di riconoscere l’impatto ambientale dell’industria della carne e lattiero-casearia.
D’altro canto, la “Dichiarazione della COP28 sugli Agricoltura Sostenibile, Sistemi Alimentari Resilienti e Azione per il Clima“, firmata da oltre 130 paesi, inclusa l’Italia, risulta inconsistente rispetto all’obiettivo di generare un cambiamento a livello di food system.
Il documento, pur riconoscendo l’importanza della sostenibilità e resilienza in agricoltura, manca di impegni precisi e azioni concrete. Gli obiettivi sono espressi in termini vaghi e non si focalizzano sulla necessità di un cambiamento significativo verso diete prevalentemente vegetali, lasciando una lacuna nel dialogo su come affrontare efficacemente l’impatto ambientale dei sistemi alimentari attuali.
I punti principali della dichiarazione
La dichiarazione include cinque obiettivi principali:
- Incrementare adattamento e resilienza: migliorare la resilienza di agricoltori e produttori di cibo.
- Promuovere sicurezza alimentare e nutrizione: sostenere le persone vulnerabili, con particolare attenzione a donne, bambini e piccoli agricoltori.
- Sostenere i lavoratori agricoli: mantenere un lavoro dignitoso per i soggetti più a rischio a causa del cambiamento climatico.
- Rafforzare la gestione integrata dell’acqua: assicurare la sostenibilità idrica in agricoltura.
- Massimizzare benefici climatici ed ambientali: promuovere pratiche agricole che proteggano e ripristinino gli ecosistemi.
I cinque obiettivi della “Dichiarazione della COP28 sugli Agricoltura Sostenibile, Sistemi Alimentari Resilienti e Azione per il Clima” sono indubbiamente importanti, ma rivelano una visione parziale.
Manca una visione pragmatica e concreta, specialmente riguardo alla necessità di un cambiamento significativo nei sistemi alimentari attuali, come la transizione verso diete a base vegetale, per affrontare in modo efficace l’impatto ambientale dell’agricoltura moderna.
La necessità di azioni politiche concrete
Questo contrasto tra azioni simboliche e assenza di una narrazione chiara e decisa sull’importanza di un cambiamento alimentare in chiave plant-based nell’agenda politica globale solleva preoccupazioni. La necessità di un cambiamento radicale nei sistemi alimentari, sottolineata dall’evidenza scientifica sull’alta impronta ambientale della produzione animale, richiede un impegno più forte e definito a livello politico.
Con la COP28, abbiamo visto un passo avanti nella sensibilizzazione, ma resta la necessità di trasformare questi simboli in azioni politiche concrete, che riconoscano pienamente l’impatto dei sistemi alimentari sulla crisi climatica. La dichiarazione della COP28, con la sua vaghezza, manca di cogliere questa opportunità cruciale, lasciando un vuoto nell’impegno globale verso un futuro più sostenibile.
Rimarremo vigili e attenti ai prossimi incontri ed eventi della COP28, monitorando con interesse se e quando le tematiche relative a un cambio radicale dei sistemi alimentari e la necessità di un approccio più sostenibile verranno effettivamente portate alla luce e affrontate con la serietà e l’urgenza che meritano.
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